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Il fascino di Plutarco sta nel far convivere unicità e doppio: da un lato ogni biografia è un testo completo e avvincente, che ci fa conoscere pregi e difetti di un eroe dell'antichità, dall'altro la Grecia e Roma sono messe a confronto e risulta difficile capire se le due Vite siano autonome o piuttosto due specchi da ammirare insieme. Alessandro III di Macedonia: un giovane inesperto che conquista l'impero Persiano, ma anche un semidio, dalle doti inarrivabili, in primis ambizione e autocontrollo. Gaio Giulio Cesare: un dandy della politica romana ma anche un formidabile condottiero che, a 56 anni, ha in mente di trasformare la Repubblica in "monarchia". Entrambi muoiono improvvisamente, l'uno per motivi naturali (ma è davvero così?), l'altro ad opera di faccendieri più o meno oscuri. Questi sono i racconti di Plutarco, in uno stile moderno e tutt'altro che paludato, che sa essere piacevole e vibrante, proprio come i due Eroi.