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"Sieti duri coma la pietra della vostra montagna". Con queste parole, agli sgoccioli della Seconda guerra mondiale, i partigiani di Asiago accoglievano i soldati della Brigata Maiella, fratelli d'armi. Soldati stranissimi: provenivano dall'Abruzzo, indossavano impeccabili divise britanniche, erano inquadrati nel ricostituito l'esercito italiano, avevano sulle spalline i gradi regolari ma non portavano le stellette sul bavero, sostituite da mostrine col tricolore; sul braccio, infine, uno scudetto col profilo bianco della Maiella e lo sfondo azzurro del cielo. I patrioti della Brigata Maiella hanno sconfitto i tedeschi sui campi di battaglia di mezza Italia, ma si sono dovuti arrendere più volte alle imboscate della retorica resistenziale. Singolare destino quello della formazione con il più lungo ciclo operativo della guerra di liberazione, decorata di medaglia d'oro al valor militare, diversa da tutte le unità autonome per motivazioni, struttura e impegno bellico. Una formazione "scomoda" perché non incasellabile nella vulgata, che ha pagato più volte il prezzo della sua unicità. L'epopea della Maiella si conclude nel 1945 ad Asiago.