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Una storia che nasce fra le genti della steppa, nell'Asia più profonda. È la storia di Temujin, in seguito noto come Gengis Khan: un nomade, un mongolo che seppe aggregare le tribù sparpagliate per le lande asiatiche, trasformando pastori e cacciatori in un'orda di guerrieri invincibili e sanguinari, così da edificare nel XII secolo l'impero più grande al mondo. Forte di un esercito immenso, e preceduto da una fama atroce e leggendaria, Gengis Khan insidiò buona parte dell'Europa cristiana e mise in crisi la dinastia cinese, imponendo la pax mongolica che consentì alla via della seta di aprire i commerci ai mercanti genovesi e veneziani e all'interesse dell'Occidente europeo. Morì nel 1227 dopo una lunga agonia, probabilmente a causa di ferite riportate in battaglia. Pare che i suoi resti, non ancora rinvenuti, si trovino nelle montagne del Khentii. La leggenda narra che chiunque si fosse trovato ad assistere al passaggio del carro con la sua salma, avrebbe pagato con la propria vita, accompagnando il suo imperatore nel viaggio verso l'aldilà.