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Nel 2010, Chelsea Manning, che lavorava come analista dell'intelligence americana in Iraq, ha divulgato più di 700.000 documenti militari top secret, copiandoli con la sua fotocamera digitale. Nel marzo 2011, la corte marziale degli Stati Uniti l'ha condannata a trentacinque anni di carcere, dichiarandola colpevole di ventidue capi d'accusa, tutti relativi al possesso e alla divulgazione di documenti e materiali militari riservati. Il giorno dopo la sua condanna, Manning ha spiegato di non riconoscersi più nel genere maschile e ha cominciato un percorso di transizione verso la sua nuova identità femminile. Nel 2017 il presidente Barack Obama ha rivisto la sentenza riducendole la pena, e il 17 gennaio dello stesso anno è stata scarcerata. In questo memoir, Chelsea Manning racconta il suo impegno per una maggiore trasparenza e una maggiore responsabilità del governo, ma anche le sue battaglie a favore dei diritti delle persone transgender. Racconta la sua infanzia difficile e gli ostacoli che ha superato durante l'adolescenza, ma anche le ragioni che l'hanno spinta ad arruolarsi nell'esercito, e di quanto fosse orgogliosa del suo lavoro. Per la prima volta, rivela nei dettagli come e perché ha maturato l'idea di condividere con Wikileaks i documenti top-secret. Un memoir potente, profondo. Una testimonianza definitiva dell'era digitale.