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Nato oltralpe da mamma francese e papà campano, Speranza è cresciuto in uno dei quartieri più poveri di Francia, Behren-lès-Forbach, sul confine con la Germania. È lì che ha imparato a stare al mondo in un modo diverso da tutti i suoi coetanei, e a sopravvivere nella miseria del ghetto, dove i criminali erano i modelli da seguire. Si è lasciato sprofondare nella normalità degli ultimi, dei dimenticati che affermano con la forza il proprio diritto a esistere, incanalando nella musica tutto il disagio di chi non ha regole da seguire, di chi nel peccato cerca anche la redenzione. Poi la disperazione l'ha spinto a tornare in Italia, per provare a raccontare la sua storia, e la storia di chi come lui non appartiene a nulla e non perdona nulla. Alternando prosa e versi, senza censure né falsi moralismi, Speranza racconta il suo viaggio al termine della notte, la sua parabola umana e artistica tra la banlieue francese, la periferia campana e i campi rom, e il flow incandescente che dà voce come nessun altro alla rabbia, alla fame e alle passioni più profonde di una generazione.