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Vegezio fu un alto funzionario imperiale della corte di Costantinopoli durante il IV secolo dopo Cristo, ai tempi di Teodosio il Grande. Convertitosi al cristianesimo, scrisse questa opera articolata in quattro libri - utilizzando e collegando le fonti più diverse latine e greche - dedicata all'antica arte della guerra e alla potenza militare romana in un periodo in cui gli eserciti imperiali passavano di sconfitta in sconfitta sotto l'urto delle popolazioni barbariche. Rimpianto di una gloria passata, desiderio di sicurezza, tentativo utopico - lo imiterà, ad esempio, Niccolò Machiavelli - di rifondare una tradizione che ormai era diventata null'altro che un topos letterario.