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Nel 1896, al Cairo, un egittologo alle dipendenze del British Museum fu avvicinato da un uomo con un papiro da vendere. Quel rotolo conteneva versi perduti del poeta Bacchilide, testi che le sabbie egiziane avevano nascosto e preservato per quasi due millenni. Contemporaneo di Pindaro, come lui Bacchilide compose canti corali che accompagnavano momenti di festa solenne vittorie sportive, celebrazioni in onore di una divinità, processioni sacre -, filtrando l'occasione attraverso il prisma del mito in una narrazione vivida e distesa. Questa edizione raccoglie l'intera produzione poetica superstite dell'"usignolo di Ceo", che ci offre un vasto e inedito affresco del complesso mondo della lirica corale, della committenza cittadina di V secolo a.C. e della tradizione mitica classica.