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Oggi oltre un miliardo di persone non ha accesso all'acqua potabile. Già nel 2030, se il consumo aumenterà con i ritmi odierni, la disponibilità di acqua sarà minore del 40 per cento rispetto alla richiesta. È una situazione allarmante, aggravata dall'urbanizzazione di massa, dall'industrializzazione dell'agricoltura, dai rapidi cambiamenti climatici. Attualmente, solo il 7 per cento delle acque pulite globali è gestito da imprese private, ma è facile intuire come un moderno capitalismo si stia stagliando all'orizzonte, attratto dalla possibilità di immensi guadagni su un bene di assoluta sopravvivenza. Non solo. La scarsità d'acqua può diventare un pericoloso elemento di attrito tra Stati: più di 260 fiumi infatti attraversano almeno un confine, e le rivendicazioni di Israele, Giordania, Siria e Libano sul bacino del Giordano dimostrano come sarà sempre più difficile comporre le tensioni nei punti caldi del pianeta. E da queste premesse che Giancarlo Elia Valori muove per analizzare a fondo la strategia del reperimento delle risorse idriche, destinata a essere il grande tema della politica internazionale dei prossimi anni: dalla gestione dei bacini transnazionali e delle nuove aree siberiane e artiche, all'approccio delle Nazioni Unite, che mettono in primo piano la salute e la sostenibilità ambientale, alle imprese che si contendono il business più promettente del terzo millennio. Una "corsa all'oro" che rischia di emarginare chi già lo è. Prefazione di Antonio Maccanico.