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Del dialogo decisivo fra letteratura e saperi all'apparenza lontani, come le scienze, la pittura, la filosofia e il diritto, Raimondi ha fatto la cifra del suo lavoro critico. I contributi raccolti e rielaborati per questo volume, infatti, ospitano riflessioni sul pensiero cosmologico, estetico e magico, sulla ricerca scientifica nell'Italia secentesca, sulla rivoluzione culturale delle accademie. Coprendo un arco temporale decisivo, dalla temperie rinascimentale, che vede il formarsi delle letterature nazionali moderne, alla generazione romantica, che alla regolarità della ragione sostituisce la verità profonda di un io che deve ascoltare solo se stesso, Raimondi sottende a queste pagine una convinzione profonda: "Un libro vero è, alla fine, un libro di vita: e quanto più l'immaginazione si muove tra le parole, tanto più le parole parlano degli uomini".