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Lia Celi ha iniziato la sua carriera di "mamma imperfetta" nel 1998, quando "Travaglio" significava solo "dolori del parto", non "giornalista scomodo". Le Spice Girls stavano ancora insieme. Per collegarsi a Internet cerano i modem analogici, quelli che facevano "fiiiiii-chchchchch". Anche le mamme erano analogiche. Cioè, si sbattevano solo tra famiglia e lavoro, non tra famiglia, lavoro, palestra, estetista e Facebook. Quando non esistevano le mamme imperfette - o meglio, esistevano eccome, ma non erano state sdoganate. Quali erano i requisiti della Mamma Perfetta? Non avere un lavoro, né desiderarlo. Non essere soggetta a pulsioni egoistiche come fame, sonno e desiderio sessuale. Non sentire mai il bisogno di un po' di tempo per sé. Una spiccata tendenza alla pulizia compulsiva completava il quadro, titolo Madonna con Bambino e sterilizzatore. Da allora la famiglia di Lia è diventata un clan numeroso e bizzarro, dove i bimbi si partoriscono in casa e vengono svezzati a tortellini, il papà disegna fumetti, la gatta fa la babysitter e la tv è quasi sempre spenta. E chi ne ha bisogno, con tre ragazzine? Il quartogenito è un piccolo uomo: Orlando, the Darling. Per la madre di una famiglia numerosa, la realtà spesso sconfina nella fantasia: in questo libro, Lia Celi racconta quasi dodici anni vissuti pericolosamente, vivacemente, appassionatamente.