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Un viaggio attraverso le terre d'Emilia e di Romagna, che durante i secoli XV e XVI offrono uno spaccato delle variegate esperienze che animano il Rinascimento. Il valore paradigmatico della stagione rinascimentale in queste regioni è dato dal mosaico di realtà politiche che si avvicendano, talora in modo repentino, o che persistono radicandosi profondamente nel territorio; e dalle atmosfere culturali che pur promosse in ambienti molto simili approdano a esiti divergenti. Si scopre così la Bologna dei Bentivoglio e quella in cui, dal 1506, la città è il secondo centro dopo Roma dello Stato Pontificio, che la arricchisce di nuovi edifici e spazi come la fontana del Nettuno e le architetture del Vignola. Volgendo lo sguardo alla Romagna, le sedi malatestiane di Cesena e Rimini recano evidente l'azione di rilettura dell'antico promossa da Domenico Malatesta con l'edificazione della biblioteca e il suo progressivo arricchimento librario, e dal fratello Sigismondo con la ridefinizione del Tempio col coinvolgimento di Leon Battista Alberti. Il viaggio continua nei piccoli centri resi veri e propri gioielli da illuminati dinasti locali come i Pio a Carpi o i Da Correggio nell'omonima cittadina, fino alle viscontee Parma e Piacenza che passano nella prima metà del XVI secolo sotto i Farnese. Infine si giunge presso i territori estensi, da Modena a Reggio Emilia, per culminare con le sensuali atmosfere cortesi di Ferrara, splendido cantiere urbanistico.