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Anna di Cipro giunge in Savoia circondata da una fama fiabesca e preoccupante insieme: viene dal Levante, da un paese rimasto nonostante tutto affascinante ma misterioso, luogo di infinite ricchezze ma anche di pericoli. La casata di Anna, Lusignan, trae la sua origine leggendaria da una fata, anzi da una donna-serpente, dotata di virtù magiche ma impossibilitata a difendersi dalle cattiverie degli uomini. Bellissima e amatissima dal marito, la "donna che non sapeva ubbidire" vive, nella Savoia della prima metà del XV secolo, il tramonto del medioevo e dell'età dei grandi marchesati: le colpe e i drammi di un'età storica spietata vengono addossati per intero a lei, la straniera, mentre ella cerca di difendere un mondo votato alla fine. Odiata dai nobili savoiardi, invidiata e calunniata, Anna ha un sogno: negli anni della presa di Costantinopoli da parte dei Turchi, salvare Cipro, antica roccaforte franca e cristiana. Non ci riuscirà, ma da lei discenderà più tardi a casa Savoia il titolo regale, con i predicati ben noti di Cipro, Armenia e Gerusalemme. Nessuno gliene sarà grato. Nei testi degli storici filosabaudi è ignorata o criticata: ma Anna traversa la storia del Piemonte e della Savoia, come la sua ava Melusina la fata, portando valori culturali, sogni, credenze e ricchezze del suo paese.