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Alessandro Giuliani e Carlo Modonesi sono uomini di scienza convinti che il futuro della conoscenza sia legato al rilancio di quel "canone" artigiano che a partire dal Seicento ha ispirato la grande tradizione scientifica occidentale. Una tradizione basata sulla contemplazione della natura e, dunque, ascrivibile non soltanto alla scienza ma anche all'arte e alla spiritualità. Nella pratica scientifica odierna, la scelta di adottare o meno quel canone segna la differenza tra la "bella" e la "brutta" scienza, e permette di individuare i metodi più utili per lo studio della natura. Tale consapevolezza è di primaria importanza, soprattutto in questi tempi in cui le scienze naturali e le tecnologie derivate stanno attraversando un momento particolarmente critico perché tuttora ancorate ai vecchi miti del riduzionismo e della spiegazione monocausale dei fenomeni. Incidendo come mai accaduto prima sulle dinamiche del pianeta e sul futuro stesso della nostra specie, le scienze naturali si trovano oggi in prossimità di un bivio. Se in futuro prevalesse l'ideologia riduzionista, che tende a cancellare la trama complessa dell'ecologia terrestre, ogni possibilità di rinnovare la cultura della scienza sarebbe preclusa e la natura sarebbe totalmente reificata, resa merce e sfruttata al pari di un mero deposito di risorse.