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Milano nasce su un territorio percorso e segnato dalle acque, siano esse a cielo aperto o sommerse. Sin dall'origine forma urbana e forme sociali sono profondamente segnate da questo elemento, con condizionamenti che sono ancora ben visibili nell'assetto contemporaneo della città. Questo libro accosta l'argomento intrecciando piani di lettura differenti: quello simbolico, determinante per comprendere i secoli passati e mai del tutto cancellato dalla dirompente vicenda della modernità, quello tecnico-scientifico, livello che mostra diverse stagioni e posizioni nei confronti del governo delle acque, e quello socio-antropologico, in cui la forma della città e la vita dei suoi abitanti si mostrano in costante, seppur sovente nascosto, rapporto con l'acqua. Il libro propone un racconto storico imperniato su alcune stagioni particolarmente significative: la Milano tardoantica di Ambrogio, il Rinascimento, il regime fascista e la vicenda della copertura dei navigli con cui il rapporto fra la città e le sue acque subisce una drammatica svolta. Il racconto storico è tuttavia intrecciato a un racconto contemporaneo, frutto di un'osservazione squisitamente antropologica tesa a restituire la vitale e multiforme presenza delle acque nell'esperienza degli abitanti della metropoli contemporanea.