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La lettura del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) di Galileo Galilei "filosofo e scienziato" costituisce un banco di prova privilegiato per interrogarsi sul significato delle scienze moderne. Con l'uso peculiare della lingua matematica e con la riformulazione dell'esperienza nei termini dell'esperimento, rinforza la nuova immagine copernicana del mondo, permettendone una rappresentazione "scientifica". Nel Dialogo il soggetto di tale sapere nuovo non è propriamente un "io" ; l'io narrante vi è infatti assente, a favore di un "egli narrante" che racconta il darsi della scienza mediante il dialogo di tre personaggi, nessuno dei quali può a totale diritto arrogarsi il titolo di "scienziato":