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Quando a un autore in occasione del suo genetliaco viene chiesto di raccogliere gli scritti che egli stesso considera più significativi, si crea l'occasione per ordinare il proprio pensiero secondo un itinerario che sia al contempo un contributo culturale da conservare. Questo è avvenuto per Luigi Negri, pensatore e pastore, già docente di Filosofia Morale all'Università Cattolica di Milano e attuale vescovo di San Marino-Montefeltro. L'autore ha voluto scegliere due generi di scritti che scandiscono le due parti della presente opera. La prima raccoglie scritti filosofici e da questi non è certo assente una larga competenza teologica e una forte passione alla storia della cultura. Il tema della crisi, quella che oggi chiameremmo crisi antropologica radicale, percorre l'approccio di autori che da Campanella a Hobbes giunge ai novecentisti Guardini e Guitton. La crisi inizia in quel Rinascimento, così ricco per l'Occidente di scienze, arti e sapere e così propenso all'autonomizzazione dell'uomo fino a renderlo più facilmente preda dell'ideologia e del potere, perché più povero di vita relazionata con il senso e la dimensione religiosa. La seconda parte è una conseguenza della prima. Il pensatore-pastore accompagna, nel suo messaggio pastorale e culturale, Giovanni Paolo II durante tutto il suo pontificato con scritti interpretativi che aiutano a cogliere nel Cristo la pienezza di umanità e la chiave culturale dello stesso uomo contemporaneo.