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Il traffico di donne e di minori, anche oggi al centro del dibattito politico internazionale, si sviluppò durante la seconda metà del XIX secolo come effetto della prima ondata di globalizzazione. Dopo avere illustrato le caratteristiche del fenomeno, il volume descrive il ruolo fondamentale rivestito dall'associazionismo europeo nel denunciare la tratta e nel concepire una rete sovrastatale che riuscì a influenzare le politiche di contrasto messe a punto dai singoli governi. Per restituire un quadro esaustivo di questo processo di internazionalizzazione della lotta risultano particolarmente emblematici il caso inglese e quello italiano indagati dall'autrice. In una ricostruzione che va dal 1885 al 1946, si analizzano genesi ed evoluzione di un complesso sistema anti-tratta animato sia dall'attività dei volontari che da interventi statali volti alla creazione di politiche e di norme giuridiche condivise. Ne nacque una cooperazione internazionale che costituì la pietra miliare dalla quale furono gettate le basi di quella dimensione sovrastatale incarnata dalla Società delle Nazioni. Durante il periodo preso in esame furono istituite le prime leggi nazionali e internazionali contro il traffico di donne e di minori che, ereditate dalle Nazioni Unite, costituirono i capisaldi della legislazione oggi vigente.