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Prima del libro di Arsenio Frugoni scritto nel 1954, quasi tutto quello che era stato detto di Arnaldo da Brescia - che non ha lasciato alcuno scritto - era sbagliato. La grande novità di questo libro, un riconosciuto capolavoro, è nel metodo. Frugoni si oppone agli sforzi filologico-combinatori degli storici precedenti che si erano affannati a mescolare le poche fonti, parziali e lacunose, aggiungendo riempitivi per fare di Arnaldo un personaggio a tutto tondo. Esamina invece le fonti separatamente, ciascuna per sé, perché ogni fonte è innanzi tutto testimone di se stessa. Lette le varie voci «in controluce», diventano importanti le reticenze e persino i silenzi. Cadono sicurezze e credute verità, ma Arnaldo è finalmente liberato dalle contraffazioni delle aggiunte posteriori. In questa nuova edizione - arricchita anche dall'Introduzione di Jean-Claude Maire Vigueur - tutti i passi in latino sono stati tradotti, nell'intento di raggiungere una cerchia più ampia di lettori.