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Se dovessimo raffigurare qualcosa di sfuggente ma violento come può esserlo il desiderio, che immagine sceglieremmo? Forse quella che più di tutte ci parla dell'ambivalenza erotica, la Marilyn di Warhol: un volto statico e mobile, popolare e raffinato, tenero e provocante, angelico e carnale, in cui trova espressione quell'impulso verso l'oggetto che sempre è doppiato dall'impossibilità di raggiungerlo. Con le sue palpebre abbassate è noi che chiama, ci vuole ma sembra dire «non mi avrai», come quegli amori che credevamo di avere ma non abbiamo avuto, farfalle che entrano nel retino per uscirne un secondo dopo.