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Quando si parla di famiglia, sul piano sociale, politico, etico e anche religioso, e dell'importanza della sua integrità, si pensa sempre solo alle famiglie autoctone, raramente a quelle degli immigrati. Allargando lo sguardo, vediamo che ogni migrante finisce per avere almeno tre famiglie: la prima è quella del paese d'origine; la seconda è quella che deve affrontare la prova della separazione; la terza è quella che si ritrova nel paese di immigrazione (completamente o parzialmente, anche per effetto delle politiche sul ricongiungimento familiare), in un «lieto fine» agognato che si trasforma in un ricominciamento carico di incertezze. Una complessa situazione, in cui le politiche «sovraniste» con la contrapposizione netta tra «noi» e «loro» portano a erodere lo spazio delle famiglie, negando i legami affettivi.