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Nella straordinaria varietà di miti, simboli, forme, riti e valori in cui nelle diverse culture storiche trova espressione il sentimento religioso, il nucleo fondamentale è sempre lo stesso: il rapporto dell'uomo con il cosmo e con le sue forze potenti, misteriose e ingovernabili. Che si tratti di aborigeni, di nativi americani, di sumeri, cinesi, di cultura hindu, o di antichi greci, del credo mazdeo, di ebraismo, cristianesimo o islam, la visione religiosa del mondo garantisce ai credenti un punto di vista unitario sulla realtà, una bussola per orientarsi tra il bene e il male. Mentre alcune visioni hanno al loro centro il problema del rapporto con una natura selvaggia e minacciosa, altre insegnano all'uomo a vivere in armonia con il cosmo che lo circonda, lo ha creato e lo nutre. In altre ancora, ordinatrice del cosmo è una figura di sovrano divinamente ispirato. Tra VIII e VII secolo a.C. si fa strada una visione religiosa nuova: il monoteismo. Il divino non si manifesta più nella natura, non ha tratti antropomorfi, ma trascende radicalmente l'uomo. Con il Cristianesimo la concezione del Dio incarnato opera una svolta antropologica destinata a segnare la storia del pensiero occidentale. È di tutto questo che parla il libro: dell'eterno, inesausto bisogno umano di realizzare la pienezza dell'essere attraverso il sacro.