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Non fu un grande viaggiatore Giacomo Leopardi; uscì da Recanati per la prima volta a venti e rotti anni, e non soggiornò che nelle principali città: Roma, Bologna, Milano, Firenze, Pisa, Napoli. Ma la giovanile esperienza del «natio borgo selvaggio» colorò di aspettative i suoi viaggi: di desideri d'evasione e di inevitabili frustrazioni. Nel libro si descrive con maestria il quadro materiale del viaggiare (le carrozze, le soste alle locande, gli incidenti), e si rileggono le notazioni leopardiane, nelle quali l'acutezza dello sguardo riesce a cogliere in pochi tratti la fisionomia dei luoghi più diversi e l'indole degli abitanti, in quel sovrapporsi di immaginazione e realtà che caratterizza la sensibilità del poeta.