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Alla linearità della deduzione aristotelica l'epoca barocca preferisce il modello narrativo e gnoseologico della digressione, dove l'oggetto di analisi è colto con un avvicinamento progressivo e indiretto, servendosi dell'analogia o della metafora. Nel Seicento britannico, pur non mancando espressioni nel campo del romanzo, la digressione si sviluppa in un metodo generale applicabile ad ambiti diversi: una vera e propria temperie culturale di cui l'induzione baconiana è l'esempio più illustre. Se per Bacon il «metodo digressivo» serve all'analisi delle cose (le «res» contrapposte ai «verba»), Thomas Browne applica gli stessi criteri alle singole opinioni («doxa»), riscoprendo l'intrinseca unità di scienza e religione, mentre Robert Burton ordina grazie a un principio egualmente digressivo la storia delle «opinioni» (ossia la tradizione) riguardo alla nozione di malinconia. Raggiunto il suo apice nel pieno Seicento, il metodo digressivo applicato all'ordine della natura cede successivamente il passo al razionalismo illuministico e alla scienza newtoniana. Anziché essere del tutto abbandonato, però, esso diviene un elemento essenziale nella nuova concezione della mente umana. Il metodo digressivo continua così a vivere in Lawrence Sterne, originale interprete della filosofia lockiana e humiana.