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La Lega delle autonomie, fondata a Bologna nel 1916 come Lega dei comuni socialisti e ricostituita a Firenze nel 1947 come Lega dei comuni democratici nasce, come organizzazione collegata alla tradizione riformista, per affermare il ruolo delle istituzioni locali nella vita nazionale e per difendere gli amministratori dal potere centrale. La Lega è stata anche la rete attraverso la quale le autonomie locali hanno sostenuto progetti per lo sviluppo sia di servizi e assistenza, sia per la partecipazione dei cittadini al governo della cosa pubblica, locale e nazionale. Il fatto di associare Comuni, Province e, in seguito, Comunità montane e Regioni e la capacità di una lettura politica dei rapporti con il potere centrale ha favorito il ruolo di stimolo della Lega verso Governo e amministrazione nazionale e verso le altre organizzazioni delle autonomie. La sua storia è quella di un particolarissimo intreccio tra iniziative di carattere politico, istituzionale e amministrativo, una storia radicata nel socialismo di fine Ottocento di Andrea Costa, deputato e sindaco di Imola, affermata nel primo Novecento dai riformisti Emilio Caldara e Francesco Zanardi, sindaci di Milano e Bologna e da Giacomo Matteotti, deputato e amministratore locale. Una storia che nel periodo repubblicano si è personificata nei sindaci comunisti, socialisti, laici di grandi e piccole città ma anche nel contributo di giuristi ed esperti di alto livello sui temi della finanza locale, delle politiche sociali, dell'urbanistica e dell'amministrazione pubblica.