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Fra la metà dell'Ottocento e la grande guerra, più di quaranta milioni di persone (un terzo della forza lavoro) emigrarono dall'Europa verso il nuovo mondo, in maniera temporanea o definitiva. Crisi come la grande carestia in Irlanda, la forte crescita demografica con la conseguente crisi delle risorse e l'impoverimento delle famiglie furono tra le ragioni principali di questo immenso esodo, che coinvolse molti milioni di italiani. Questo saggio studia l'emigrazione italiana dal punto di vista economico. Indaga pertanto le ragioni e gli effetti della creazione di un mercato internazionale del lavoro, poi come era organizzata la migrazione: la regolamentazione, il business dei trasporti marittimi, la provenienza dei flussi, le motivazioni dei migranti e il ruolo delle rimesse in patria. Analizza poi la situazione nei paesi d'arrivo e infine la trasformazioni dei flussi dopo la seconda guerra mondiale.