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Questo ampio volume miscellaneo - il settimo previsto dall'Edizione nazionale degli scritti di Renato Serra - rivela uno dei lati meno noti ma più profondi dell'opera di Renato Serra, critico letterario fra i massimi del Novecento italiano. Che Serra fosse un lettore quasi spontaneamente dotato di una sensibilità letteraria ricca di spunti speculativi e di precisi riferimenti filosofici era ormai da tempo un dato acquisito dalla cultura letteraria contemporanea. Gli scritti contenuti nel volume, tuttavia, in larga parte inediti o desunti da autografi finora poco noti o sconosciuti agli studiosi, compiono un passo ulteriore e probabilmente decisivo verso la documentazione concreta dell'effettiva cultura filosofica di Serra. Al fianco degli appunti e delle pagine più note su Platone, Kant, Montaigne, Croce, Nietzsche e Acri - i filosofi più amati - si può ora seguire tutto il percorso delle letture filosofiche serriane a partire dagli anni dell'adolescenza - il libro contiene un lungo inedito giovanile sul libero arbitrio, tutto intessuto di citazioni e rimandi a Spencer, Ardigò, Moleschott, Helmoltz e altri pensatori della koinè positivista - fino alle ultime riflessioni sulla "Critica della ragion pratica" di Kant, lasciate incompiute poche settimane prima della morte prematura sul fronte del Carso e ora ripubblicate dopo il reperimento di un nuovo autografo del testo.