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La figura e la storia di Augusto (63 a.C.-14 d.C.) sono indissolubilmente legate all'epoca di massimo splendore del mondo romano antico. Sotto la sua guida, l'egemonia di Roma si estese in ogni direzione e l'impero raggiunse una forza, una stabilità e un prestigio mai conosciuti. Nessuno prima di lui aveva mai assunto una posizione paragonabile nella società romana, né aveva ottenuto uguali successi o onori. Apparso improvvisamente sulla scena politica dopo la morte di Cesare, nel 44 a.C., ne divenne protagonista assoluto, collezionando tredici consolati e ventuno acclamazioni imperatorie. Alla sua morte, si disse che era stato accolto tra gli dei. Ma chi era quest'uomo assunto tra le divinità? Un sovrano dispotico? Un principe di pace? Un riorganizzatore dello stato, dell'esercito, della società e del culto, insomma il riformatore del mondo romano? A questi e a molti altri interrogativi sulla politica egemonica di Augusto dà risposta questo volume, accompagnando l'avvincente ricostruzione storica con il riferimento costante e rigoroso alle fonti, prima fra tutte l'autoritratto lasciatoci dallo stesso Augusto nelle sue "Res gestae".