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Le "Quaestiones" di Duns Scoto (1265-1308), qui tradotte e analiticamente commentate, costituiscono la più sistematica e rigorosa indagine sul così detto principio di individuazione che il pensiero occidentale ci abbia tramandato. Il problema concernente la fondazione dell'individualità e il rapporto che essa intrattiene con la natura comune è stato, come è noto, oggetto di ampie dispute nel pensiero medioevale (e non solo). Alla tesi più diffusa nell'ambito dell'aristotelismo scolastico di tendenza tomista, secondo la quale l'individualità è causata dalla 'materia signata', Duns Scoto contrappone, argomentandola con la sua proverbiale 'subtilitas', quella per la quale l'individuo è tale in virtù di una 'entitas individualis' che non è né materia né forma né composto, bensì è ciò grazie a cui sia la materia sia la forma sia il composto sono appunto individuati.