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Fin dall'antichità l'uomo usa il fuoco, strappa alle viscere della terra i materiali che lavora, bagna il suolo con acqua portata da canali artificiali, lavora e si impone alla natura grazie all'ingegno tecnologico. La tecnica dà all'uomo un potere enorme, gli fa sollevare grandi pesi e vincere battaglie ma al tempo stesso crea meraviglia e paura perché sovverte e modifica. Il volume introduce il lettore nella storia della tecnologia e nel difficile e variegato rapporto tra tecnica e società, tra ingegno e potere politico ripercorrendone le tappe fondamentali: dalla legge veneziana del 1474, la prima a riconoscere la tecnica come ingegno e a stabilire la proprietà dell'inventore, fino al Settecento in cui banchieri e imprenditori mettono a disposizione i capitali per lo sviluppo della meccanizzazione e incoraggiano l'invenzione con premi e incentivi; dai brevetti dell'industrializzazione fino alla Prima guerra mondiale, in cui l'inventore diventa finalmente un eroe nazionale. Infine, uno sguardo all'oggi e all'attualissima controversia sui brevetti, nella quale si osservano contraddizioni che la tecnica e le invenzioni si portano dietro dall'antichità.