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Il pensiero di Adorno ha avuto e continua ad avere per chiunque si occupi di musica un'importanza decisiva che non si limita alla concettualizzazione dell'avanguardia musicale: in questo lavoro si cerca infatti di dimostrare come la riflessione adorniana sulla musica nasca rapportandosi principalmente alla tonalità e alla tradizione classico-romantica, a partire dalla quale, come si vede nella prima parte del volume, si costituisce la categoria di "materiale musicale". Tale nozione è protagonista di una "dialettica storica" che traduce nello specifico musicale il concetto adorniano di Aufklärung. La seconda parte del libro è dedicata alla figura di Beethoven, che assolve nell'estetica adorniana - centrata sul rapporto tra espressione individuale e categorie universali della comunicazione - al ruolo di un paradigma unico e non più riproducibile. La terza parte del volume si occupa della rifles-. sione di Adorno sul Novecento: Schönberg, Stravinsky, Mahler e la scuola seriale sono qui altrettante reazioni - tutte problematiche - all'usura della tonalità. Dal confronto tra la "Nuova musica" e quella tradizionale si profila la presenza in Adorno di una filosofia della musica in quanto linguaggio, fondata sulla nozione chiave di "materiale musicale".