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Studioso della cultura rinascimentale, Burke affronta in questo libro la storia delle lingue europee fra l'invenzione della stampa e la Rivoluzione francese. Se ne occupa non da linguista, ma da storico interessato alla relazione fra le lingue e le comunità che le parlano, alle lingue come elemento dell'identità delle comunità (regioni o chiese, mestieri o nazioni). E così approfondito l'uso del latino come lingua delle professioni, della cultura e della chiesa, e vengono discusse l'affermazione delle lingue volgari a spese del latino, la loro standardizzazione a mano a mano che acquistano importanza, l'interazione fra le diverse lingue, che tendono a influenzarsi reciprocamente, e le reazioni puristiche cui ciò dà luogo quando, a partire dal Settecento, le lingue si nazionalizzano. Un contributo originale ed erudito sulla storia culturale e sociale delle lingue europee in età moderna.