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Nel capitalismo avanzato la critica letteraria si è trovata a dilatare i propri confini disciplinari da un lato, dall'altro a mettere in discussione il proprio statuto scientifico, sotto la duplice sollecitazione della concretezza empirica e della teoria generale. Per chi è convinto che l'evento letterario faccia parte di una prassi sociale resta la necessità di interpretare i sistemi simbolici dl tale prassi, seguendo la logica delle situazioni storiche e dei conflitti umani senza mai sacrificare la molteplicità del reale. In questo volume Raimondi indaga l'origine problematica dell'esercizio interpretativo, in un'analisi attenta non solo al metodo ma alla storia.