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Il modello della democrazia rappresentativa è da tempo sotto attacco, su diversi fronti. Da una parte, è la stessa forma democratica come modalità di organizzazione dei rapporti tra governanti e governati ad essere messa in discussione dagli straordinari rivolgimenti politici ed economico-sociali degli ultimi anni. La globalizzazione dei mercati, la grave crisi economico-finanziaria, i flussi migratori, la diffusione del fondamentalismo religioso, l'esplosione del terrorismo internazionale e l'inadeguatezza degli Stati nazionali a fronteggiare le esigenze regolative di società sempre più complesse e multiculturali inducono lo studioso ad interrogarsi sulla capacità delle istituzioni democratiche di fronteggiare le sfide della contemporaneità. Dall'altra parte, il deterioramento del sistema politico-partitico aggrava la crisi di rappresentatività degli organi elettivi che compongono l'apparato dello Stato costituzionale, alimentando in larghe porzioni dell'opinione pubblica miraggi di soluzioni alternative, come nuove forme di democrazia diretta, che troverebbero negli strumenti informatici le risorse necessarie alla loro piena e soddisfacente espressione. Le questioni richiamate compongono un quadro altamente complesso, dinanzi al quale è lecito domandarsi se il modello della democrazia rappresentativa necessiti soltanto di aggiornamenti e di rielaborazioni o se, piuttosto, non stia attraversando una fase d'irreversibile declino.