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L'adesione dell'Unione europea alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) è un tema discusso in Europa fin dagli anni Cinquanta, ben prima, dunque, del diffuso riferimento, come data di inizio per il dibattito sull'adesione, al Memorandum della Commissione del 1979. Essa è stata tradizionalmente individuata quale possibile strumento per assicurare una maggiore coerenza nella tutela dei diritti fondamentali dell'individuo in Europa, attraverso la "riconciliazione" della giurisprudenza delle due Corti sovranazionali che ivi operano (la Corte di giustizia di Lussemburgo e la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo), nonché per colmare le lacune nel sistema di tutela dei diritti fondamentali ricondotte, in primis, al mancato controllo esterno degli atti dell'Unione europea. Mediante l'adesione, infatti, anche l'Unione europea si vincolerebbe al rispetto della CEDU, strumento di ordre public européen, come tale inderogabile e capace di assicurare uno strumento di reazione alle violazioni dei diritti fondamentali commesse dagli Stati ai danni (anche) dei loro stessi cittadini. Conseguentemente, l'Unione si assoggetterebbe al controllo giurisdizionale della Corte di Strasburgo, che diventerebbe il giudice posto al vertice del sistema di tutela dei diritti fondamentali in Europa.