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La ricerca si propone di analizzare un gruppo omogeneo di pareri in materia di successione mortis causa testamentaria, escerpiti da un¿opera casistica, i libri responsorum di Cervidio Scevola (giurista attivo nel II sec. d.C.), e versati nel Digesto di Giustiniano. Attraverso la soluzione di problemi d'interpretazione determinati non soltanto da negozi tipicamente civilistici, ma anche, ed in maggior misura, da lasciti a titolo particolare realizzati nella forma del fedecommesso, l'opera di Cervidio Scevola si mostra conforme agli orientamenti giurisprudenziali dell¿epoca classica, ma, contemporaneamente, rivela caratteri di originalità, come nell'utilizzo della petitio fideicommissi quale strumento in grado di garantire tutela ad una pluralità di situazioni giuridiche, tra cui spiccano quelle di connotazione provinciale.