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Il giudizio direttissimo è un istituto processuale assai tormentato sotto l'aspetto legislativo, scientifico e giurisprudenziale e molto spesso sottovalutato dagli operatori del diritto, specialmente dagli avvocati, che vi intravedono angusti spazi difensivi. La scarna disciplina e le tracce di esemplarità che ancora lo caratterizzano ne fanno poi un istituto di complessa decifrazione, che richiede al giurista grandi sforzi interpretativi, talvolta anche evolutivi. Il Legislatore vi ha recentemente messo mano, con il d.l. 22 dicembre 2011, n. 211, convertito dalla l. 17 febbraio 2012, n. 9, che ne ha mutato la fisionomia con l'evidente scopo di rivitalizzarlo. L'opera si pone l'ambizioso obiettivo di fornire al lettore un quadro completo e ragionato degli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali, con particolare attenzione alle pronunce dei giudici di legittimità, di merito e costituzionali, per consegnare all'operatore del diritto una guida operativa che gli permetta di affrontare le varie e complesse questioni che quotidianamente si presentano nella celebrazione di tale procedimento speciale.