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L'attenzione dell'ordinamento giuridico, non solo italiano, verso i bisogni primari della persona si muove sempre più dall'arcaica concezione di protezione della società dal soggetto debole verso una più moderna protezione del soggetto debole nella società. In questa prospettiva, il diritto internazionale ha avuto una forte evoluzione con la Convenzione dell'Aja sulla protezione internazionale degli adulti, che regola la protezione degli adulti che, in ragione di un'alterazione o di un'insufficienza delle loro facoltà personali, non sono in grado di provvedere ai loro interessi e individua come fondamentale esigenza il rispetto della dignità dell'adulto e della sua volontà. In Italia una tale evoluzione della cultura giuridica, ha trovato un primo sbocco nella legge 9 gennaio 2004, n. 6, che, con l'introdurre l'istituto dell'amministrazione di sostegno, ha operato una profonda revisione dei tradizionali criteri e meccanismi di protezione dei soggetti che, per effetto di infermità o di menomazioni fisiche o psichiche, si trovino nell'impossibilità di provvedere ai propri interessi. La carica fortemente innovativa del nuovo istituto ha fatto optare, tuttavia, per il mantenimento in vita di quelli tradizionali e il vetusto procedimento camerale pensato per l'interdizione e per l'inabilitazione è stato mantenuto anche quale modello per l'amministrazione di sostegno. L'esame del tema è stata condotto da chi ha potuto svolgere una indagine a spettro totale.