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Il volume raccoglie i frutti di 18 mesi di ricerca svolti presso l'Università Magna Graecia di Catanzaro ed, in parte, presso la University of York nel Regno Unito. Si tratta di una monografia che indaga le relazioni tra disabilità, bioetica e ragionevolezza mettendo in luce le conseguenze di un approccio orientato ai diritti umani ed esplorando fenomeni non ancora approfonditi dagli studiosi quali l'utilizzo delle tecnologie biometriche e la rilevanza della bioetica per le scelte di vita quotidiane delle persone disabili. Il fenomeno della disabilità viene esaminato nella sua complessità dando conto delle diverse chiavi di lettura che sul tema si sono sviluppate nel tempo. In particolare, questo scritto si giova delle acquisizioni del modello sociale e dei Disability Studles; per quel che riguarda l'ambito giuridico, non può che riconoscersi che la disabilità è divenuta "questione di diritti umani" e non più mero oggetto di attenzioni di istituti e dispositivi di sicurezza sociale. L'idea di fondo del volume è, dunque, quella di "umanizzare" la bioetica (e le questioni ad essa riconducibili), al fine di renderla rilevante per l'esperienza delle persone con disabilità, collocandola dove può essere più utile: nel contesto dei diritti umani.