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La scienza del diritto è guardata con fastidio. In quanto scienza, vive di quel freddo intelletto che disturba i cuori, produce ferite, annoia l'artista. Difficilmente è arte del diritto! In quanto diritto, vive di quell'accidentale positivo che umilia la ragione, produce carta straccia, irrita lo scienziato. Difficilmente è scienza del diritto! Solo al crocevia, né arte e neppure scienza, il diritto non sembra godere di buona salute. Certo, il diritto è distante dall'arte e dalla bella prosa, da quella prosa che bella, vitale, forte, straordinaria, tratteggia meravigliosamente ogni idea e con scintillii divini trasforma e crea qualcosa di assolutamente nuovo. E tuttavia, se si parla delle leggi, delle nostre leggi, anziché di formule (vuote) e di pregevoli giochi da legulei, non si può fare a meno di riconoscerle vive, perché dentro quelle formule circola il pensiero del nostro tempo, come pure il bisogno tipicamente umano delle attività superiori.