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L'azione di classe risarcitoria, prevista dall'art. 140-bis del codice del consumo, nonostante la sua importanza quale strumento di lotta al danno di massa, stenta ad affermarsi nella pratica. Le sue restrizioni soggettive, che la relegano ai rapporti fra consumatori ed imprenditori, la rigida demarcazione delle materie (contratti seriali, prodotti dannosi, pratiche scorrette, illeciti antitrust), ed una normativa lacunosa e contraddittoria ne fanno uno strumento ancora debole. Tuttavia le recenti evoluzioni legislative - ed in particolare la reintroduzione degli interessi collettivi l'incessante dibattito comunitario e la pressione esercitata dall'esperienza nordamericana invitano l'interprete ad oltrepassare la lettera di legge, per dare alla nostra class action un più forte impatto applicativo. In quest'opera interpretativa sono soprattutto i profili sostanziali a guadagnare il centro dell'attenzione: la qualità di consumatore adatta all'uso del rimedio, l'appartenenza delle pretese al suo ambito oggettivo, l'omogeneità delle situazioni aggregabili ed infine la liquidazione equitativa del danno di massa sono - e resteranno - il vero fulcro della discussione.