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La semplice e coerente struttura drammatica; la salace, e insieme critica, contrapposizione tra le "aristocratiche" idiosincrasie degli ospiti della locanda e i domestici affetti degli "umili" ceti mercantili; il continuo oscillare tra il polo della "passione" e quello della "finzione"; questi gli elementi che costituiscono il formidabile milieu in cui si staglia, affascinante e senza tempo, il personaggio della locandiera. Ma più che come un "elogio di Mirandolina" - intesa come eterno femminino -, la più fortunata delle commedie goldoniane andrebbe letta come "l'apologo di una rivalutazione della donna e del suo lucido uso, a sufficienza spietato, dell'intelligenza come strumento di affermazione sociale".