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"Le forme della lontananza" riavvicina la letteratura colta alle forme di espressione popolare, il romanzo alla fiaba, il "grande stile" della lirica novecentesca ai canti e allo spettacolo del mondo contadino. Nella prima parte Beccaria esplora esempi di contemporanei di letteratura colta che hanno riannodato classicità e realismo: Pavese, Fenoglio, Saba, Caproni. Nell'ultima si concentra sul "piccolo" grande stile dell'espressività popolare (canto, fiaba, teatro), quello che attraverso i secoli "ha variato l'identità". Nella parte centrale prendono rilievo gli scrittori della perplessità: dalla dissolvenza pascoliana al distacco critico di Gozzano, dal vario sperimentare di Govoni ai baluginii dell'altro e delle escursioni linguistiche di Zanzotto.