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L'autore adotta la categoria del fantastico come strumento di indagine di un genere letterario fiorente nell'Ottocento, la cui funzione sociale è stata assunta nel Novecento dalla psicoanalisi. Il fantastico, dice Todorov, non è altro che la scelta che il lettore compie fra la spiegazione naturale e quella sovrannaturale di un fatto insolito. Prendendo in esame i testi esemplari del fantastico, l'autore propone una serie di sotto classificazioni del fantastico e al loro interno distingue i "temi dell'io" dai "temi del tu". Il mondo del doppio, della metamorfosi, della follia, ciò che un secolo positivista come l'Ottocento ha rimosso, si sono tradotti per noi nell'inquietante scoperta freudiana della sessualità, della nevrosi, della psicosi e della morte.