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In "Bestie", uscito nel 1917 per Treves in seguito all'interessamento di Borgese, Federigo Tozzi sperimenta un genere letterario inusuale: in sessantotto brevi prose di argomento vario, personaggi, situazioni e atmosfere si accostano e si avvicendano legate da un unico filo conduttore, la presenza animale. Vipere, lumache, formiche e cardellini si affacciano e assistono silenziosi alla scena, facendo da cornice e allo stesso tempo entrando a far parte della composizione. Si tratta di vere e proprie apparizioni, nelle quali Vincenzo Cerami, autore della prefazione a questa nuova edizione del testo, vede affiorare le memorie personali di Tozzi, che nel mondo animale ritrova quella «logica misteriosa» che è anche la «stravagante preistoria di ogni uomo». Accanto ai più noti "Tre croci", "Con gli occhi chiusi" e "Il podere", "Bestie" offre l'occasione di riscoprire l'opera di un grandissimo autore del Novecento italiano. Introduzione di Luigi Baldacci. Prefazione di Vincenzo Cerami.