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"La mia magnifica ossessione" è, nelle parole di Bernardo Bertolucci, "il libro che non sapevo di avere scritto": dove racconta dei suoi film e di quelli che lo hanno più segnato, e dove sfilano i suoi maestri, i suoi amici, i suoi compagni di viaggio. Nell'arco di oltre quarant'anni, in maniera apparentemente frammentaria e tuttavia con una profonda coerenza, quando era necessario far sentire la propria voce Bertolucci ha continuato a scrivere e a intervenire, con la sua lucidità, il suo amore per il cinema, la sua passione civile ed etica. Grazie alla cura di Fabio Francione e Piero Spila, "La mia magnifica ossessione" permette di ripercorrere, in una carrellata "in soggettiva", l'avventura creativa di un maestro del cinema: in primo luogo attraverso quello che lo stesso autore racconta dei suoi film e delle occasioni che li hanno fatti nascere, dagli esordi con "La commare secca" e "Prima della rivoluzione", al grande scandalo e al rogo per "Ultimo tango a Parigi", fino ai successi internazionali di "Novecento", "L'ultimo imperatore", "Il tè nel deserto" e "Piccolo Buddha", e ancora ai più recenti, "L'assedio" e "The Dreamers".