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Viaggiatore per circa un terzo della sua vita, Stendhal elegge l'Italia sua meta privilegiata. Viaggiare è per lui "una grande fonte di felicità", il suo viaggio nel mondo coincide con quello interiore, l'itinerario del desiderio si scava e si amplia in quello reale. In queste pagine evasione e conoscenza, storia e aneddotica, piacere egotistico e persuasione ideologica si intrecciano agendo contemporaneamente nella duplice direzione dell'autoanalisi e dell'indagine sociologica. "Cercare il piacere per conoscersi e conoscersi per il proprio piacere": così Massimo Colesanti sintetizza nella prefazione la "regola eudemonistica" di Stendhal.