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Queste rime hanno un doppio registro, tra l'"idillio borghese" e la "lettera familiare"; sono una pittura al vivo senza abbellimenti di parata, affrescata con pennellate di affabile realismo, di sobrietà, di sorridente bonomia. Scettico sulle "«sorti progressive"» della società, Maggi riesce a decifrare nella rozzezza e nell'ignoranza delle classi più umili l'immagine, corrotta ma pur sempre riconoscibile, di un'umanità pura di cuore e naturalmente saggia. E il dialetto è sentito come la voce stessa di quei valori: greve, arcaico, impastato di rustica grossolanità, ma ricco di un'antica sapienza che si traduce in immagini vivide di interni domestici, in aforismi, in proverbi, in una rappresentazione di quel mondo "medio", del suo fondamentale bisogno di mantenere un accordo tra la propria fede e la propria condotta.