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L'espressione "ama il prossimo tuo come te stesso" attraversa Antico e Nuovo Testamento evidenziando la sua indiscussa centralità nel messaggio cristiano. Nella trattazione gli autori seguono due strade metodologiche parallele - una teologica e una psicologica -, guidati da un comune interesse: fare chiarezza sulla nota espressione, spesso interpretata in maniera riduttiva e perfino fuorviante.Ad esempio è convinzione comune che l'amore verso di sé sia il punto massimo che la persona può sperimentare, ma spesso l'esperienza fa constatare come esso registri un livello talmente basso da indurre a escludere che possa essere una misura ottimale per amare il prossimo. I due contributi, nella loro diversità, giungono a una comune conclusione, mostrando non solo la loro compatibilità, ma una vera e propria complementarietà quando sul piano catechetico ed educativo si desidera passare dalla conoscenza all'esperienza, dal sapere all'agire, dal capire al vivere.