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Il volume - fornito di imprimatur - nasce finalizzato allo studio teologico; è dunque uno strumento utile per chiunque domandi una conoscenza seria e sistematica sui temi della morale sessuale. Il quadro antropologico che soggiace all'intero itinerario è segnato da una duplice scelta: l'antropologia dell'indigenza e la conseguente attenzione all'alterità. L'antropologia dell'indigenza nasce dalla convinzione che l'uomo non basta a se stesso, non riesce ad autogiustificarsi. La cifra del bisogno è iscritta dentro la sua costituzione, per cui, per realizzarsi, egli non può che accogliere l'aiuto da parte degli altri. La presenza dell'altro nell'esperienza di ciascuno, prima ancora che diventare una dimensione etica, appare come un dato di fatto. Questa situazione è particolarmente evidente nella struttura della sessualità: un dimorfismo che proietta la persona al di fuori di se stessa e la spinge verso l'altro sesso. Così la sessualità rappresenta al vivo, nella propria carne, la condizione indigente della persona. La risposta al bisogno può avvenire in diversi modi, che passano o attraverso la negazione dell'alterità, oppure per la sua accoglienza piena. Da qui la strutturazione manualistica del volume: dopo un quadro d'insieme in prospettiva storica e biblica sulla "morale sessuale", si definisce la natura della sessualità umana in rapporto alla persona; per poi passare ad esaminare la condizione di vita omosessuale e l'autoerotismo...