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Da quando, nel 2007, Benedetto XVI ha consentito la celebrazione della messa codificata dal concilio di Trento, le espressioni "forma ordinaria" e "forma straordinaria" del Rito romano sono diventate abituali negli ambienti ecclesiali. Nel volume, che consente di comprenderle e valutarle entrambe attraverso la comparazione di preghiere, prefazi, letture, rubriche, calendario e canti, l'autore intende "mostrare l'eccellenza e la superiorità della liturgia riformata" rispetto alla precedente sulla base dei Messali del 1570, del 1962 e del 1970, comprese le revisioni di quest'ultimo fino all'edizione latina del 2008. Il testo affronta questioni "aspramente dibattute", come la traduzione del pro multis con "per molti", critica la "clericalizzazione" dell'attuale Messa crismale e sostiene che la sfida liturgica oggi più urgente sia innalzare l'ars celebrandi allo stesso livello di eccellenza del Messale romano riformato.